BurDer King, l’imitazione dell’imitazione di McDonald’s, apre a Cagliari.

Molti si lamentano di tutti questi fast fud e viceversa, ma le statistiche parlano chiaro: tutto che ti lamenti, alla gente piacciono, anche se molti si lamentano di tutti questi fast fud e viceversa.

Se ne sentiva il bisogno? No.
Eppure due geniali imprenditori cagliaritani si sono inventati un nuovo ristorante fast fud perché così i cagliaritani hanno più scelta, che non è che solo uno deve avere il monopolio del settore.
Monopolizzammi’ is callonisi.

«Stiamo molto attenti al mercato e agli affari», esordisce uno dei due imprenditori, che per praticità chiameremo Ritardo.
«Col mio socio abbiamo notato che la gente è disposta a dare danaro in cambio di panini, così chiacchierando ci è venuta in mente un’idea: perché non ci apriamo un tabacchino?
Poi dopo un pochino ce n’è venuta in mente un’altra: oh ma lo apriamo un fast fud tipo l’imitazione dell’imitazione di McDonald’s?».

Ed è così che è nato BurDer King, che da una prima analisi ricorda vagamente il nome di un altro ristorante simile, simile a McDonald’s.

«Se tutto va bene apriremo l’anno ventuno», prosegue l’altro dei due scaltri imprenditori, che per praticità chiameremo Deficit.
«Da noi la carne sarà qualitativamente di qualità e i nostri panini avranno nomi stravanati tipo “BurDer Becon”, oppure “Chicchen Pudda”, “Big Merda” etc.
E se i clienti prendono il menù grosso gli diamo una corona a forma di conchino da mettersi in testa così si fanno le fotine e si spaccano dalle risate».

È prevista una storia tipo drive?
«Ellusu. Solo che a differenza degli altri noi non monteremo un citofono demmerda per prendere le ordinazioni, che è una cosa che crea distacco tra noi e il cliente.
Giammai, con noi puoi proprio entrarne in macchina dentro il ristorante. Ti facciamo anche la revisione se lo ritieni opportuno».

Quindi sarà molto grande questo fast fud, chiediamo a Ritardo e Deficit, fantastici imprenditori.
«Minca, ti dico solo che lo apriremo nel terreno di mio zio, che è grande 897 metri quasi e si trova praticamente entrando in una stradina laterale nella 554 in linea d’aria con l’ingresso di Selargius».

Ma non è una zona del cazzo per aprire un ristorante?
«Esattamente. Ma è questo il nostro punto di forza: aprire in una determinata zona solo perché il posto ce l’abbiamo già, per risparmiare.
Zero indagini di mercato, zero strategie, zero tutto: la nostra strategia è non avere strategie, a costo di sembrare scemoni.
Almeno non siamo falzi».

Nell’immagine i primi curiosi vanno a curiosare incuriositi nell’attesa che il favoloso nuovo fast fud apra i battenti.

27 minuti senza ingorghi, record di traffico scorrevole per l’Asse Mediano. Gli esperti: “non succedeva da 147 anni”.

Uno spettacolo sbalorditivo quello a cui hanno assistito pochi fortunelli cagliaritani ieri mattina, precisamente oggi.
Per ben 27 minuti il traffico è stato scorrevole nella famosissima Asse Mediano, attrazione urbanistica che ci invidiano in tutto il mondo.

«Questo fenomeno è rarissimo, tipo che succede ogni circa 150 anni quasi», afferma il Dottor Paolino Trincas Senior,
esperto in fenomeni che si manifestano ogni circa 150 anni quasi.
«È tipo la cometa di Halloween, Hellusu, Halloriau o cumenti bugginu s’izzerriara cussu cazz’e perdigoni volante. Solo che quella fai in tempo a svisarla ogni 75 anni, quindi rara eja ma no ri scimprisi, che l’Asse Mediano scorrevole è più sporadica».

«Non credevo alle mie palle degli occhi»,
ci racconta un automobilista presente durante l’incredibile avvenimento.
«Sono uscito di casa 7 ore prima rispetto all’orario del mio turno a lavoro perché ero pronto al tradizionale roglio stradale,
che ogni volta arrivo tardi in ufficio e il capo mi ha tuonato che alla prossima mi avrebbe licenziato in tronco,
tronco in culo nello specifico.
E invece con orgasmico stupore ho visto che il traffico era tranquo, davvero stupefacente minca».

«Abito in uno dei palazzoni in vetro di Pirri, precisamente dentro uno di quei cosi colorati che ci sono in cima», ci espone Jason, nome vero ma personaggio fittizio, che si è goduto il magico tasinanta affacciato.
«A un certo punto ho visto un tizio sorpassare un altro tizio mettendo freccia e senza urlare nemmeno un
“E SPOSTARI’ CUNNEMAMMARUA CHI TENGU PRESSI BASTARDO MALEDETTO”,
che di default fuoriesce a tutti nel tradizionale momento del sorpasso.
E boh mi sono commosso».

Insomma, ancora un’altra vittoria dell’attuale giunta.
Come dite? …Ma non ha fatto niente?
Eh… pensate se faceva qualcosa.

Nell’immagine un’elaborazione virtuale in CGI dell’Asse Mediano senza rogli e cunnemammarua volanti.

“Ogni giorno dalle 8 alle 10 metteremo i semafori nelle rotatorie”. Giunta Truzzu inarrestabile: botto di idee bomba.

«È ora di rimettere a posto le scelte sensate della giunta precedente», con queste parole – cariche di voglia di spararle grosse – esordisce l’assessore alle decisioni urgenti, designato dalla giunta Truzzu per decidere cose.

«Erano così suggestivi i semafori negli incroci», prosegue poi deflagrando in un pianto intriso di nostalgia che ci contagia come un herpes genitale.
«Ecco perché abbiamo deciso di accontentare quei cagliaritani onesti e cattolici che pagano le tasse sui semafori e che credono con forte sentimento allo spirito di contraddizione che contraddistingue quelli che hanno sempre reputato Zedda il demonio».

Così, dopo aver deciso di consentire il passaggio delle autovetture in Via Manno e Via Garibaldi dalle ore 8:00 alle ore 10:00, dal 2020 ogni giorno per due ore verranno rimessi i semafori al posto di quei maledetti gironi dell’inferno che sono le rotatorie e che i poteri forti hanno piazzato everywhere senza chiedere ai cittadini se volevano, come ci testimonial presempio Maicol Onestà Pillittu, che non lavora e non vota:

«Maicol tu le volevi le rotatorie?».
«No».

Ma non è il solo, come ci tiene a dirci Simone Talla, tossico credente:
«Simone tu le volevi le rotatorie?».
«No».

E come loro tanti altri che preferiscono rimanere nell’anonimato, o come si usa dire in municipio da qualche mese, nel mai nominato.

Ma l’assessore alle decisioni urgenti rincara la dose:
«Minca c’ho questo scunno di idee potenti in testa che tinci cagasa is murandasa, tipo stavo pensando di riaprire il corso alle macchine e di organizzare magari dei raduni per appassionati di tuning che credono nella chiesa, boh storie così».

Non ci resta che dire finalmente che qualcuno c’ha idee, che a Cagliari questo mancava, le idee, come ci conferma Simonetta:
«Simonetta, mancavano le idee a Cagliari?».
«Sì».
«Grazie Simonetta per la tua testimonianza».
«Sì».

Lascia il lavoro per fare torte gratis, la dolce storia di Denisss, che adesso è una barbona.

Una storia che ha commosso un sacco di gente, tipo almeno 4 persone.

Denisss, di anni 31 mese più mese meno,
ha deciso di cambiare la sua esistenza abbandonando quella trappola di stampo consumistico e/o capitalistico che rappresentava il suo lavoro fisso, illusoria illusion di felicità alla quale tutti ci abbassiamo ma che rappresenta uno schema schiavizzante imposto dalla società e basta poitta seu arrosciu di descrivere con 87 parole su tasinanta testè riportato.

«Ero felice, o per lo meno penzavo di esserlo», ci racconta la nostra Denisss urlando a causa di un megafono inghiottito all’età di anni 4 e che da allora la fa parlare a izzerriusu anche quando è in modalità sottovoce.
«Ma la verità è che non ero felice»,
prosegue ribadendo il primo concetto però all’incontrario.

«Lavoravo per una grandissima azienda, almeno 78mila metri quadri.
Mi recavo ogni giorno a timbrare il cartellino ma non mi rendevo conto che stavo lentamente morendo dentro, perché non esprimevo la mia vena creativa e il mio animo gentile e squisito».

La passione di Denisss infatti è sempre stata fare la BAKER, ovvero un modo scoppiato per dire che fa torte.
Torte di varie forme, a forma di numero di anni compiuti per i compleanni, torte a forma di cuore, torte a forma di pillona, torte a forma di torte a forma di forme.

E così ha deciso di abbandonare il suo lavoro per dedicarsi alla sua passione, fare torte a forma di cose, ma solo per gli amici, quindi gratis.
Perché stando a quanto sostiene ella, le passioni andrebbero coltivate senza lucrarci, che non è giusto.
Boh sicuramente una filosofia di vita del cazzo, ma molto toga.

«Ho speso un botto per comprare tutto l’occorrente per aprirmi la mia attività no profit e questo mi ha portato a diventare povera come una merda secca così che ora non posso più nemmeno lavarmi, ma sono felicissima perché ho deciso di coltivare la mia passione.
Adesso vivo sotto l’asse mediano praticamente nello svincolo di Viale Marconi, infatti penso che una delle prossime torte sarà a forma di CID, che un mio carissimo amico ha tamponato da poco proprio lì davanti a me e mentre lo vedevo compilando CID e certendi con gente arrivando alle mani mi ha ispirato tantissimo».

Una storia a lieto fine boh ma candu mai però indubbiamente bellina come storia dai assa fini si coddiri meglio a lei che a noi.
Nella foto Denisss sotto l’asse mediano mostra con orgoglio una torta alla merda.

Summer-addicted: chi sono e quali problemi mentali hanno. L’analisi di un fenomeno che unfra parecchio.

Tutti abbiamo almeno un summer-addicted – ovvero un rimbecillito drogato d’estate – tra i contatti facebook o instagram, e tutti ne siamo terrorizzati, data la pericolosità dell’individuo.

Il summer-addicted è facilmente riconoscibile da alcuni comportamenti social FASTIDIOSISSIMI che denotano un chiaro disturbo mentale che non è da sottovalutare.

Come fare a identificare un summer-addicted sui social, così da segnalarlo all’ASL per un eventuale ricovero/internamento coatto?
Ecco i tre punti fondamentali che delineano la psiche di questi adorabili rincoglioniti:

1 – TEMPORALI ESTIVI.
Un summer-addicted tende a fare una serie di mega melodrammi a colpi di lagnosi post su facebook quando ad agosto per qualche giorno piove.
Acquazzoni e temporali estivi si manifestano OGNI CAZZO DI ANNO ma questi la vivono come se non avessero mai visto quel fenomeno che consiste nell’acqua che scende dal cielo.
Partoriscono pensieri e cagate varie tipo che non si arrendono (eh?), che non possono credere che l’estate sia finita, che non è giusto, che la vita fa schifo e – dimenticandosi che succede ogni minca di estate e che entro pochi giorni tornerà sa cazz’e basca che durerà fino a ottobre – cominciano a condividere foto al mare FATTE UNA SETTIMANA PRIMA con gli hashtag #memories #estatemimmanchi #mivienedapiangere.

2 – SARDI VS. NORD.
C’è da dire che l’ossessione per l’estate intesa come unica ragione di gioia e orgoglio (?) in una maledetta esistenza miserabile affligge soprattutto il sardo medio, che per qualche illogica ragione vive in costante competizione con l’immaginario nemico che sta nel nord Italia.
Basta verificare nella bacheca del summer-addicted per trovare quei GENIALI E SPASSOSISSIMI meme che ritraggono gente sarda che se la spassa schizzandosi al Poetto con frasi di sfida tipo
“IN SARDEGNA 30 GRADI A SETTEMBRE, VOI CIAVETE LA PIOGGIA BASTARDI POLENTONI DOVETE MORIRE”.
“SALUTIAMO GLI AMICI DEL NORD CHE ROSICANO AH AH AH”.
“NOI VIVIAMO IN PARADISO OPS E VOI COGLIONCELLI DEL NORD?”.

Chiaramente non vi è alcuna prova tangibile dell’esistenza di questi fantomatici abitanti del nord che si sveglierebbero ogni giorno rosicando così tanto per il fatto di non essere nati a Cagliari, ma va bene lo stesso.

3 – MINACCE CONTRO CHI SOFFRE IL CALDO.
Purtroppo il summerd-addicted tende a manifestare irascibilità e odio anche verso i suoi conterranei, quelli che magari non per forza si arrettano se ci sono 72 gradi all’ombra ma che – per una normalissima e personale difficoltà a tollerare il caldo esagerato – si cagano il cazzo dell’estate già a fine luglio.
Così il summer-addicted, in uno slancio di intolleranza non necessaria, esterna su facebook il suo disappunto denigrando chi semplicemente soffre il caldo.
“ALLA GENTE CHE SI LAMENTA DEL CALDO AUGURO TERMOSIFONI ROTTI, FIGLI DI TROIA”.
“SIETE SARDI E NON AMATE SA BASCA MINCA MA ANDATEVENE AL POLLO NORD CHE NON SIETE DEGNI DELLA VOSTRA TERRA”.
“NO MA È MEGLIO L’INVERNO EH… SI SI… ASCU’ MA BOCCEISÌ”.

Nella foto un gruppo di summer-addicted si sprama alla vista degli operatori sanitari che devono prelevarli per internarli.

Sa Manifattura: tutti pazzi per la luna ma i complottisti non ci stanno: “NON È LA VERA LUNA”.

In questi giorni miliardi di decine di cagliaritani si sono riversati a Sa Manifattura per ammirare la luna e farsi fotine da cravare nelle bacheche dei social così da far schiattare d’invidia nessuno visto che ci stanno andando proprio tutti a fare fotine alla luna, quindi l’invidia è una brutta belva insomma,
non è questo il caso mi sa.

Ad ogni modo non è tutto bigiotteria quello che luccica, così i più attenti complottisti non hanno potuto fare a meno di notare la magagna dietro a questo fenomeno.

«Quella non è la vera luna», tuona il capo dell’associazione complottisti sardi, che dopo un’attenta analisi durata ben  3 minuti e 47 secondi sostiene senza timore che la verità è un’altra rispetto a quella che i potenti cercano di inculcarci in culo.

«Mi dispiace disilludere le tante pecore che credono a tutto quello che i mass midia dicono, ma quella non è il celeberrimo Pianeta Luna. Tutto che state a festeggiare i 50 anni dall’allunaggio. Che poi, ‘tagazzu allunaggio, lo sanno tutti che le scene dell’uomo sulla luna sono state girate da Walt Disney travestito da Stanley Kubrick, e che dentro quella tuta da astronauta non c’era Louis Armstrong ma uno che non sa suonare la tromba, tanto meno il piffero».

Quali sono le prove che dimostrerebbero che quella luna che stanno tutti fotografando è falza?
«È troppo piccola. La vera luna è almeno il triplo. Almeno.
E poi ci sono un sacco di testimonianze di gente nel mondo che afferma di aver visto la luna in cielo nello stesso momento in cui era qui a Cagliari. Eh certu, e quante lune ci sono nel mondo? Ha senso tutto ciò? Col cazzo. Beccatevi questa arrogusu demmerda massonici, vi abbiamo sgamato di nuovo.
Scacco matto.
Boom baby.
Sbam».

Nell’immagine la “LUNA”… si vabbe’…
Ma po’ prexeri, è palesemente un palloncino gigantesco.

Monserrato: Grezza Stumbara, la nemesi di Greta Thunberg, ci spiega perché è meglio lei.

Ma vi ricordate quando quelli che hanno inventato Super Mario Bros hanno cravato la sua nemesi ovvero Wario, uno simile ma loffio e malu che tinci cagasa appizzusu is murandasa?

Non ci crederete ma anche nella realtà esistono fenomeni simili, ed è con esasperato orgoglio che possiamo vantarci che in questo caso specifico è gente sarda.

Ha fatto molto scalpore infatti custa pischelledda di nome Greta Thunberg che c’ha accuore le sorti del pianeta mondo, e no timmiri i potenti tipo Tramp e tottu sa burrumballa, così da diventare simbolo della lotta in difesa delle cose ecologistiche.

Ma non tutti sono d’accordo con lei.
Anzi in tanti sono seccati di vedersela in ogni dove a tipo Samara di Derrìng.

Vi presentiamo quindi Grezza Stumbara, la sua nemesi, parola che ci piace scrivere molto da quando l’abbiamo imparata,  ormai ben 3 ore fa.

Ma chi è Grezza?
Grezza è una ragazzina di Monserrato come tante altre, ma che le interessano cose più pertinenti con la sua età e quelle che sono le priorità della gente di tutti i giorni, tagazzu le generazioni future.
E non ha tutti i torty, cioè boh ma chini funti queste generazioni future?
Chi si credono di credersi?
Ma tornassero nel futuro a segai is patatasa.

«Cominciamo col precisare che in un’ipotetica rissa a custa Greta io le darei una sussa», spiega Grezza gesticolando come una che è lì lì po’ zaccai bussinarasa.

«Ma poi ashcu’, c’hai sedicianni e ti metti a tuonare la gente senza essere mai andata al Lunedì Blec. Oh muccosa, non hai visto niente della vita e ses chistionendi di surriscaldaminca globale, ma ba’ croccarì che domani ciai compito in classe,
oh secchiona.
Ciò altro a cui pensare io ciò, giai tengu is callonisi furriausu che non ho ancora capito quand’è che instagram mi fa un filtro in grazia di Dio, che esco sempre male nelle photo e mi stanno rubando i sogni di apparire più udda, come avete osato?
E ghiomungue ajò, fissu seghendi samminca con custa cazz’e sciagura ambientale che poi quando saremo grandi sarà un bel bastone in culo bla bla bla ohia e gi’ fiara una shakira ambient.
E gli aisberg che si scallano…
E le foreste plurali… a boccidura.
Ma se volevi visibilità non ti conveniva prendere un tavolo al Jinny Bitch?».

Grezza chiaramente trova mazzi di sostenitori, come presempio Saimon Garrucciu, appassionato di divani:
«Ma meno male che c’è Grezza a dire le cose senza peli sull’inguine, io sto con lei anche se non ha detto praticamente nulla in più di quello che io stesso avrei detto malissimo. Arribara Thunberg a dirmi come fare la differenziata. Sicuramente le prude».

E mentre attendiamo di capire chi o cosa c’è dietro a questo prurito di Greta, speriamo che Grezza la cassi a Le Vele e le dia questa famigerata sussa.
Sempre se Greta non si passa con la scusa che c’ha “impegni” coi potenti.

Diritto di prelazione sul coddingio: da oggi è realtà, svolta nel tasinanta civile.

Chissà quante volte vi è capitato che una tipa vi diceva tipo
“cioè amo sai cosa c’è boh sei bellino e sono certa che c’hai anche un bel bungio però sono incasinata a livello mentale e coddarci l’un l’altro la vedo in salita, magari più avanti quando c’ho meno rogli murighiamo”.

E quante volte poi avete scoperto che questa falza ha invece murigato dopo tipo 48 ore scarse con un’altra braghetta che non siete voi, causandovi fastidio e unfro?

Bene da oggi queste stronzette dovranno attenersi a quello che impone il diritto civile o una cosa simile, infatti potrete avvalervi del DIRITTO DI PRELAZIONE SUL CODDINGIO, ovvero che se una vi dice che non vuole accoppiarsi con te perché è tottu strana eh allora non deve accoppiarsi manco con altra gente perché spetta prima a te, lo dice la legge, come ci spiega in maniera più tecnica l’avvocato Paoletto Marras Terzo, che un tempo faceva il panettiere:

«Non è tottu cummenti naranta is femminasa, e questo vale anche per i maschietti che grisano pivelle poitta si creinti Alèn Delòn», espone con accuratezza l’avvocato.

«Quando lavoravo in bottega, se signora Mariolina mi diceva di metterle da parte 3 rosette io le mettevo da parte per lei, punto. Non è che arrivava signora Gisella e gliele davo così. Eh no signora Gisella, non mi deppisi intreulai, io quelle fottute rosette le ho promesse a signora Mariolina, viene prima lei.
Lo stesso vale in ambito murigativo.
Fiasta narendi che non potevi giocare al ginecologo perché c’hai mazzi di casini in testa? Eh allora i casini se permetti ce li hai anche gli altri, oh furba».

Ed è qui che entrerà in giuoco il DIRITTO DI PRELAZIONE SUL CODDINGIO, come ci espone l’avvocatessa Rosamunda Mundula:
«Concordo col collega, la stessa cosa vale all’incontrario. Mi è capitato di uscire con uno che per non darmi chicca se n’era uscito che usciva da una storia importante e che non era il caso di uscire e coddare con altre, peccato che lo hanno sgamato 3 ore dopo appruppoddau a una ghiallonedda al Frontemare ballando ALLOVI UEN IU COL MI SEGNORITA, cussa cazz’e canzoni che mettono le bambe nelle stories di instagram. Tidda pongu a collettu sa segnorita».

Nell’immagine un lollone offre un fiore (metafora della pillona) a una smorfiosetta ma lei guarda il logo dell’Unione Burda.

Commesso LaRinascente ruba CD a casa di Marco Carta per un valore di 1200 Lire.

Si è preso un brutto spavento il nostro begnamigno Marco Carta,
orgoglio sardo di cui vanno tutti fiery e gonfi di orgoglio, gonfissimi.

È di poche centinaia di minuti infatti la notizia che un dipendente del famosissimo mega negozio LaRinascente si sarebbe intrufolato come un sorcio infimo e figlio di troia nell’abitazione del noto cantante pirrese, con l’intento di ciulargli cose, nello specifico compact disc per un valore che si aggira attorno alle 1200 Lire.

Chiaramente parliamo di CD scritti, masterizzati e ci dicono anche cantati proprio da lui, Marco Carta.
Quando al commesso della Rinascente gli hanno chiesto il perché di questo gesto, cosa se ne faceva, se assa fini ne valeva la pena tottu custu casinu, esso, il commesso, ci ha risposto:

«Asco’ stanotte ho fatto un brutto sogno.
Ho sognato che Marco entrava nel reparto “magliette che costano forse un po’ troppino” e le stuggiava nella borsa di Sonia 2euro. Mi sono svegliato nervosetto perché non mi piace questa moda di sfruttare Sonia 2euro.
È a smetterla di farle video».

E su questo ok c’ha ragione però minca con tutti gli averi e i tesori che poteva sgobbare dalla casa dello straordinario vincitore di Amici e Sanremo Famosi, boh assummancu potevi rubare cose di valore.

«No il mio voleva essere solo un gesto simbolico, volevo solo mandare un messaggio che fosse audace ma soprattutto chiaro».

Tipo?

«Boh che io soldi per i CD di Marco Carta non ne spendo».

E come dargli torto d’altronde.
Speriamo quindi per il nostro impavido commesso che passino in fretta questi 47 anni di galera a cui è stato condannato.

Nella foto il commesso che si crede molto figo vestito da pinguino (e intanto sgobbi le cose quindi fly down calloneddu) e Marco Carta che se la ride a tutta birra, anche con una certa arroganza.
Cioè minca volevo vedere se succedeva a te se ridevi.

12enne arriva tardi a Messa, prete si rifiuta di molestarlo. Un altro parroco permalosetto a Cagliari.

La gente lo deve capire che agli appuntamenti clericali si deve arrivare in orario, che non è ad aspettare i loro comodi, della gente.

Sta prendendo piega questa nuova moda dei preti cagliaritani di rifiutare cose ai propri fedeli se non arrivano in orario,
tipo arrivi tardi a messa?
E io non ti zacco l’ostia in bocca.
Arrivi tardi alla processione?
E io non ti lavo i piedi.
Arrivi tardi alla domenica delle palme?
E io ti sbattezzo.

Parinti callonarasa ma è giusto educarli
‘sti fedeli bastardi che si credono che tutto gli è dovuto, soprattutto questi giovinastri ineducati e figli di troia.

È sulla base di questo ineccepibile principio che Don Ammidda – sacerdote master of ceremony alla parrocchia di Santa Gilla da Auchan – ha negato le molestie a Paolino, un ragazzino di 12 anni che si è presentato in ritardo a una Messa organizzata
solo per lui.

«La’ ghi deu no seu gioghendy», ci espone il pastore di Dio visibilmente seccato.
«Gli ho detto chiaramente “oh ci vediamo alle 18:00 e cerca di essere puntuale che alle 19:00 devo andare a recuperare bagasse dalla strada che le devo redimere”. Cussu “eja Don, tranquo che già non pacco, ma po’ ghini m’as pigau?”. E invece unu cazzu, ho pure cercato di telefonarlo ma c’aveva il cellulare spento cussu Giuda Iscariota arroghitteddu demmerda. Mind’è arribau alle 18:45 capito? Così, come se niente fosse. E mica chiede scusa, no beh ci mancherebbe. Deppiressi abituau mali con cussu curruru de su babbu».

Ed è così che il prete gli ha negato le consuete molestie.
«Fai molto lo scemo? E allora oggi niente carezze speciali. Lo vedevi frignando “ajo minca ero con una compagnetta di classe stavamo facendo i compiti”. Ebbà? Zero, fattele fare da lei le carezze, che io non sono la seconda scelta di nessuno».

E speriamo che dopo questo ennesimo episodio di brutta mancanza di rispetto, questi piccoli bastardi lo capiscano che non è solo ad ascoltare musica trap e fare gli scemi alle vele a borsello tirato.
I valori cunnudegesùcristu.
I valori sono tutto.

Nella foto Don Ammidda e il piccolo Paolino, con quella faccia da stronzetto impertinente.
Ma già ri passara, conchecazzu.